lunedì 6 luglio 2009

Mafia S.p.A. E come fermarla

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E ora vi dico cosa farei io per far finire questo schifo. Sarà populista, sarà qualunquista, sarà infantile. Ma credo che siano le cose migliori da fare, una mia opinione.

Vi spiego meglio. Guardando il video si capisce che 38 miliardi di € vengono fuori da due traffici che si possono legalmente autorizzare.
I due traffici di cui parlo sono quello di stupefacenti e quello della prostituzione.
Nei Paesi Bassi (Olanda) non si potrebbe fare una cosa simile perchè sia gli stupefacenti sia la prostituzione sono legalizzate.

Riammettere le case chiuse, con maitresse e altro. Con la possibilità di avere una copertura sanitaria garantita per le prostitute.
Ad esempio, sarebbe bello, a mio avviso, avere delle case chiuse con un gestore (donna o uomo che sia), le ragazze (i ragazzi, i trans ecc) nelle loro stanze, una stanza per le visite assolutamente a scadenza regolare, magari 2 volte al mese.
Legalizzando poi il lavoro di queste persone che vendono una merce, il loro corpo, in cambio di denaro. Ci sarebbero quindi le tasse. Toglieremo soldi a loro e ne guadagnerebbe lo Stato, potendo così garantire i Servizi che tutti noi usufruiamo. Così come ne usufruiscono anche loro.

Stessa cosa dicasi per la legalizzazione delle droghe. Magari creando delle soglie meno restrittive di quelle che ci sono adesso.

Già togliere 38 miliardi di € alle Mafie sarebbe un grandissimo passo avanti. Perchè non farlo quindi? perchè fermarsi a quello che facciamo?

In quello che io vorrei non ci sarebbero ragazze in vetrina come nei Paesi Bassi. Sarebbe qualcosa di più "casto".
In questo modo nemmeno la Chiesa avrebbe da ridire.


Perchè vogliamo far vincere la mafia, anche quella statale?
Perchè non ci ribelliamo?
Perchè non ci riprendiamo la nostra Italia?
Perchè siamo diventati così deboli?


Link da cui è tratto il video:

giovedì 2 luglio 2009

Stamattina....

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Stamattina, come sempre stavo andando al lavoro, le cuffie del lettore mp3 nelle orecchie e poi una di quelle canzoni che scaldano l'anima, che fanno riflettere:

Guccini - Che Guevara

Quanto tempo è passato da quel giorno d'autunno
di un ottobre avanzato, con il cielo già bruno;
tra sessioni d'esami, giorni persi in pigrizia,
giovanili ciarpami, arrivò la notizia.
Ci prese come un pugno, ci gelò di sconforto
sapere a brutto grugno: "Che" Guevara era morto.
In quel giorno d'ottobre, in terra boliviana,
era tradito e perso Ernesto "Che" Guevara.
Si offuscarono i libri, si rabbuiò la stanza,
perché con lui era morta la nostra speranza.
Erano gli anni fatati di miti cantati e di contestazioni.
Erano i giorni passati a discutere e a tessere le belleillusioni.
"Che" Guevara era morto
ma ognuno lo credeva
che con noi il suo pensiero
nel mondo rimaneva.
Passarono stagioni, ma continuammo ancora
a mangiare illusioni e verità a ogni ora.
Anni di ogni scoperta,anni senza rimpianti:
"forza compagni all'erta, si deve andare avanti".
E avanti andammo sempre,con le nostre bandiere,
intonandole tutte quelle nostre chimere.
In un giorno d'ottobre, in terra boliviana
con cento colpi è morto Ernesto "Che" Guevara.
Il terzo mondo piange, ognuno adesso sa
che "Che" Guevara è morto, mai più ritornerà.
Ma qualche cosa cambiava, finirono i giorni di quelle emozioni
e rialzaron la testa i nemici di sempre contro le ribellioni.
"Che" Guevara era morto
e ognuno lo capiva
che un eroe si perdeva,
che qualcosa finiva.
E qualcosa negli anni terminò per davvero,
cozzando contro gli inganni del vivere giornaliero.
I compagni di un giorno o partiti o venduti,
sembra si giri attorno a pochi sopravvissuti.
Proprio per questo ora io vorrei ascoltare
una voce che ancora incominci a cantare:
In un giorno d'ottobre, in terra boliviana,
con cento colpi è morto Ernesto "Che" Guevara.
Il terzo mondo piange, ognuno adesso sa
che "Che" Guevara è morto, forse non tornerà.
Ma voi reazionari tremate, non sono finite le rivoluzioni
e voi a decine che usate parole diverse, le stesse prigioni;
da qualche parte un giorno,
dove non si saprà,
dove non l'aspettate,
il "Che" ritornerà!


E ho pensato che effettivamente a noi, in Italia, servirebbe un nuovo "Che"... Una rivoluzione. Sia mediatica, che politica che soprattutto culturale. Gli anni della TV berlusconiana hanno ammazzato il nostro senso civico. Il rispetto di voi uomini per le donne e per quello che sono, oltre al rispetto che noi abbiamo per noi stesse.


A presto risentirci..